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Sull’Arteterapia e la natura ritmica delle cose

Immagina di trovarti in una grande stanza vuota, un gruppo di persone sedute in cerchio ed un’unica sedia vuota, la tua. Accomodati, ti stavamo aspettando. Al centro il focolare dei materiali artistici ti attendono. Il profumo dei pastelli ad olio, le bottiglie degli acrilici strabordanti ed il fruscio di una cascata di fogli di carta, quanti ne vuoi. Ti do il benvenuto ai nostri laboratori di Arteterapia, uno spazio plastico dove lo scorrere del tempo non è contemplato, dove non ci sono aspettative ma solo un libero fluire.

Secondo Poliscreativa Scuola accreditata Apiart di Roma, parlare di Arteterapia significa credere che la creatività sia una capacità intrinseca di tutta la materia vivente che consente, partendo dagli schemi di partenza appresi da altri, di generarne di nuovi ed inediti. Ma cosa avviene davvero all’interno di un laboratorio? Un aspetto chiave è senza dubbio che alla base di ogni linguaggio, anche quello visivo, ci sia un ritmo.

“Ogni forma è un ritmo ed ogni ritmo è una forma”

In comunicazione come in arte è una questione recente quella di interrogarsi sul non detto, cioè su tutto ciò che comunichiamo senza averlo espressamente pronunciato. Pensiamo ai tanti significati che indirettamente estraiamo dai titoli di testate giornalistiche e pubblicità, o agli studiosi di un’arte contemporanea sempre meno figurativa ma che comunque suscita interesse in quanto contenitore di molteplici sensi; o ancora più semplicemente a momenti o ricordi indelebili che seppur non contengono nessuno scambio verbale, portano con sé un enorme significato. Quel che accade nei laboratori di arteterapia è inenarrabile in quanto non si impianta sulla mera comunicazione verbale, piuttosto, sulla scia di queste domande dell’uomo moderno, lavora su quello che chiamiamo “corpo ritmico”. Un corpo che non è scisso dalla mente, come spesso siamo abituati a pensare, un corpo equilibrato in grado di danzare tra le sue parti e di oscillare continuamente tra razionalità a trascendenza, che consenta la convivenza di poli antitetici. Ti chiederai di certo perché ho utilizzato “nostri laboratori”, in quanto questi ultimi hanno per oggetto una corporeità viva che riplasma continuamente la sua melodia interna per adattarsi a quella colletiva. La magia del gruppo, il benessere del corpo e della sua funzione che chiamiamo mente avviene grazie al corpo ritmico condiviso, grazie alla loro messa in relazione. Del resto quel che ci rende davvero umani non è soltanto nascere, quanto sentirci parte di qualcosa. L’arte in tal senso si rivela eccezionale non per il suo valore estetico quanto sul piano espressivo, uno strumento attraverso cui esprimere parti di sè senza esporsi al giudizio altrui. L’arte come traccia di sè nel mondo, il tratto come parte di un grande disegno che coinvolge l’umanità. L’arteterapia è una carezza, il ricongiugimento al respiro materno, è non sentire il peso della solitudine. L’arteterapia è una forte reazione, oserei dire, necessaria alle tendenze individualistiche moderne.

Written by Gloria Di Maria

Dottoressa in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo e allieva presso Poliscreativa Scuola di Arteterapia accreditata APIART di Roma, si occupa di arte come mezzo insostuibile per il benessere della persona

 

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