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Salvador Dalì nasce nel 1914 a Figueras, cittadina di provincia della Catalogna.
Da bambino mostra una certa insicurezza, un bisogno di attenzioni che durante l’adolescenza diventa un atteggiamento di ribellione. I risultati negli studi sono modesti, ma in compenso mostra un evidente interesse per il disegno, talento coltivato anche su incoraggiamento del pittore Roman Pichot. A quattordici anni le sue primissime opere vengono esposte in una collettiva di Figueras e tre anni dopo si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Madrid, ma viene espulso per cattiva condotta e insubordinazione verso il personale docente, poiché lo ritiene inadeguato al ruolo. Nel 1925 espone a Barcellona e ottiene un discreto successo, tanto da essere notato persino da Picasso, che conosce già l’anno successivo in occasione del suo primo viaggio a Parigi. Il realismo presente nei primi dipinti ritorna, seppur con variazioni, in tutta la sua produzione successiva; ma questo non preclude la forte attrazione verso il Surrealismo, l’avanguardia che più di tutte ne identifica la personalità, fantasiosa ed egocentrica. Nel 1928 realizza con l’amico Bunel Un cane andaluso, il primo film surrealista della storia, proiettato in prima mondiale a Parigi: per Dalì è l’occasione per entrare in contatto con il poeta Andrè Breton, l’anima teorica del movimento surrealista e nel 1929 entra a far parte del gruppo.
Altro evento determinante per l’arte e la vita personale del pittore spagnolo è, nel 1929, l’incontro con Gala Eluard, allora moglie di Paul, tra i più importanti poeti francesi del Novecento, e insieme a Breton il faro del Surrealismo. I due divennero presto amanti, attratti da una complicità che si avverte in gran parte nella sua opera, e nel 1932 la donna divorzia da Eluard, pur sposandosi con Dalì diversi anni dopo. Il pittore acquista a quel punto un villino a Port Ligat, che cresce parallelamente alla sua carriera, ormai in salita verso il successo; merito del personaggio che si era costruito attorno alla figura dell’artista, ma anche grazie alla presenza di Gala, dotata di uno spiccato fiuto per gli affari. La trovata pubblicitaria meglio riuscita è del 1936, quando in occasione della Mostra internazionale surrealista a Londra, Dalì fa il suo ingresso accompagnato da due cani e tiene una conferenza in tenuta da palombaro. Se il pubblico gradisce queste esibizioni autoreferenziali, Breton al contrario le ritiene poco credibili per il contesto surrealista, politicamente impegnato nell’appoggiare radicali idee di sinistra. Un’ideologia che il giovane Dalì ha condiviso in passato, costandogli addirittura il carcere per una condotta anarchica quando è stato sorpreso in possesso di opuscoli sediziosi. In seguito non solo simpatizza per la destra ma, in controtendenza con gli atteggiamenti degli altri surrealisti, non si espone contro il governo fascista, ma soprattutto non prende le distanze da Franco, il generale che, sconfitta la sinistra nella Guerra Civile Spagnola, instaura la dittatura nel paese.
Nel 1934 è chiamato a presentarsi davanti a un Tribunale Surrealista istituito nell’abitazione di Breton, per rispondere all’accusa di “attività controrivoluzionarie” e nel 1939 venne espulso definitivamente dal movimento. Intanto la sua pittura risente di un cambiamento di stile, specie dopo il viaggio in Italia nel 1937, che lo porta a subire l’influenza del Rinascimento, adattando alle suggestioni surrealiste composizioni di tipo tradizionale. Durante la Seconda Guerra Mondiale si trasferisce negli Stati Uniti, restandovi dal 1940 al 1948. In America Dalì gode già diuna certa fama e nel 1941 il Museum of Modern Art gli dedica una mostra. Nel 1945 crea una sequenza di scene per il film Io ti salverò di Hitchcock. Nel 1948 torna in Europa e realizza una serie di prodotti commerciali per continuare a far soldi: dalle tappezzerie ai francobolli, all’interpretazione di spot pubblicitari. Nonostante il continuo successo riscosso dalle mostre, diversi critici stentano a prendere sul serio la sua attività di artista, proprio per questa versatilità indotta dal suo spirito venale e imprenditoriale. Nel 1964-65 espone a Tokyo; seguono mostre al Centre Pompidou di Parigi, e alla Tate Gallery di Londra. Tra i suoi ultimi dipinti quelli a soggetto religioso hanno riscosso particolare interesse, e continuò a produrre fino ai settant’anni, quando la sua salute risentiva della vecchiaia. Anche il matrimonio con Gala entra in crisi, entrambi malati sono angosciati dalla preoccupazione di una morte imminente. La prima a morire fu Gala nel 1982 e Dalì sceglie la solitudine come compagna con cui trascorrere gli ultimi anni di vita fino al 1989, anno in cui si spegne a Figueres. È nella sua città d’origine che viene sepolto, nel locale del teatro
Salvador Dalì nasce nel 1914 a Figueras, cittadina di provincia della Catalogna.
Da bambino mostra una certa insicurezza, un bisogno di attenzioni che durante l’adolescenza diventa un atteggiamento di ribellione. I risultati negli studi sono modesti, ma in compenso mostra un evidente interesse per il disegno, talento coltivato anche su incoraggiamento del pittore Roman Pichot. A quattordici anni le sue primissime opere vengono esposte in una collettiva di Figueras e tre anni dopo si iscrive...