DESCRIZIONE L'architettura urbana è una componente fondamentale della poetica pittorica di Marco Favata. Il paesaggio urbano della sua città, Palermo, è il punto focale dell’interesse artistico, di osservazione ed ideazione successive in studio. Favata, da sempre interessato allo studio architettonico degli edifici e degli spazi all'interno degli ambienti urbani, dedica particolare attenzione alla sua Palermo, ritraendo scorci, vedute, facciate con angolazioni inedite, esito di una elaborazione pensata e sedimentata dallo sguardo di artista, formato da un percorso accademico di architettura. In quest’opera, Marco Favata ritorna su un soggetto per lui significativo: Porta Felice. La storia di Porta Felice è legata a quella della città e delle sue evoluzioni nel tempo. È una struttura architettonica sopravvissuta nei secoli, un simbolo della città. Porta Felice è una delle antiche porte di accesso alla città di Palermo, costruita nel 1583, il suo nome deriva da un’iscrizione che invita la gente a entrare “felice” in città. Nel corso dei secoli, è stata testimone di molti eventi storici e oggi è un’iconica attrazione di Palermo, con la sua architettura barocca e la vista sul mare. L’artista la rappresenta con uno sguardo sempre rinnovato, con un punto di osservazione laterale, obliquo, meno convenzionale nel suo naturale approdo al mare. Qui Porta Felice è la testimonianza di una costruzione architettonica opulente che resiste nei secoli, memore di antichi fasti. L’elemento naturalistico degli oleandri, gentili e romantici nell’apporto di colore alla composizione, rimanda ad una contrapposizione realistica della città: pietra e piante, costruzione e natura; due forme antitetiche che si completano e si fondono nella sostanza strutturale di una città sfaccettata, contraddittoria, ambigua. Lo stesso dualismo si rintraccia specularmente nella complessità dell’animo di Marco Favata: attento e fedele osservatore di costruzioni architettoniche e, nel contempo, visionario ideatore di contesti urbani in cui realtà e immaginazione si intersecano fra loro, in una elaborazione rispettosa ma sognatrice. L’opera rivela il trascorrere del tempo, la sovrapposizione dei secoli, le sue tracce sui resti delle Porte, risultato del processo naturale di invecchiamento, con un esito finale di una bellezza unica e intrinseca.