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Nicholas Stedman è nato a Portsmouth nel 1953, si è dedicato da sempre alla pittura già dal periodo della sua adolescenza anche se in seguito ha avuto una formazione scientifica, difatti dopo i suoi studi ha lavorato in Francia come biochimico e contemporaneamente ha frequentato la scuola d’arte di Parigi “Place des Vosges”. A un certo punto della sua vita, nel 1979 lascia il suo lavoro da scienziato per dedicarsi totalmente all’arte e inizia a lavorare con l’artista Zao-Wou Ki all’école nationale supérieure des arts décoratifs. Inoltre frequenta l’Accademia delle belle arti di Roma nel 1980 e nel 1982 ritorna a Parigi affermandosi come artista professionista; si trasferisce in Sicilia nel 2004 e attualmente vive e lavora a Palermo.
Nelle sue opere sin dagli anni 80 vediamo protagonista il corpo umano, rappresentato in modo misterioso, egli dipinge corpi in movimento o immobili e s’ispira ai coreografi americani Merce Cunningham e Lucinda Childs. Nicholas Stedman non punta all’emotività nei suoi quadri, il senso sfugge agli occhi dell’osservatore, difatti cerca di allontanare qualsiasi legame con la narratività. Quello che lo stesso artista afferma è che nella creazione dei suoi dipinti cerca sempre di creare delle asimmetrie tra le figure, per dare una sensazione di disequilibrio. Le sue opere sono state esposte maggiormente a Parigi ma anche a Roma, Tolosa, Agrigento, Verona e Angouleme.
Sono moltissime le sue mostre e le sue esperienze in ambito artistico, da prima degli anni 80 sino ai giorni nostri. Abbiamo ad esempio le mostre del “Salon de Montrouge” e il “Génie de la Bastille”; la sua mostra personale nel 1981 “La galleria Bottega di Emilio” tenuta a Roma o la “Tides Gallery” dell’86 in Inghilterra. Ancora l’altra sua mostra personale tenuta a Parigi nel 1999 dal titolo “les corpes en danger” a la galerie le monde de l’art. Invece più nel nostro contemporaneo vi sono state: la sua mostra in Francia dal 22 marzo al 28 aprile dal titolo “ Artiste Invitè”, a Dicembre si è occupato della copertina del libro “Guerres Froides” di Virginie Lu, edizione actes sud e a Settembre ha tenuto a Parigi una mostra di striscioni per le strade, intitolata “ L’art e la bannière 03”. Queste sono solo alcune citazioni delle mostre ed esperienze artistiche che Nicholas Stedman ha fatto nella sua vita.
Parlando invece del suo rapporto con la Sicilia, la terra in cui ad oggi vive, Stedman si è trasferito qua per completare il lavoro con tema il tuffatore, iniziato a Nizza, e ha trovato ideale la luminosità della terra di Taormina e Siracusa da cui trae l’ispirazione. Egli afferma di essere particolarmente affascinato dalla Sicilia ed era curioso di vedere come un occhio straniero potesse percepire questa terra e i suoi contrasti, il suo mare che si oppone al centro terra pieno di campi e montagne; il caos della città unito alla pace che si può trovare nella stessa Sicilia e quei bellissimi panorami che danno un meraviglioso effetto “ wow “.
Nicholas inizia a costruire la sua immagine della Sicilia leggendo i libri dello scrittore inglese D.H. Lawrence, che trascorse degli anni a Taormina parlando della terra siciliana come una riscoperta del sé. Inoltre rimase colpito dalle immagini del film “Le grande bleu”, perché in questo vi è una collaborazione con la scuola d’immersioni subacquee sempre di Taormina, che fu proprio la prima tappa di Nicholas Stedman. E infine ma non per importanza, fu colpito dai lavori di Ferdinando Scianna e dalle foto dei tuffatori a Sant’Elia vicino Palermo.
Le opere di Nicholas Stedman che ritraggono i tuffatori lasciano sensazioni molto soggettive, è come se lui rappresentasse il soggetto dell’opera senza specificare il momento dell’azione che potrebbe essere in movimento, statica o addirittura in caduta. I volti dei tuffatori sono quasi sempre coperti dalle braccia, proprio per non dare indizi all’osservatore perché l’intento rimane sempre quello di allontanarsi dall’emotività ed espressività.
Come lo stesso Stedman afferma, i suoi quadri esplorano la contraddizione tra il processo di produzione delle opere e il fatto che le figure appaiono come catturate in un preciso istante del tempo, egli descrive ciò dicendo: “l’eternità in un’ora!”.
Stedman è sempre stato affascinato dai soggetti in movimento: l'acqua, le foglie, il cielo e naturalmente la figura umana, tema centrale delle sue composizioni. Le sue “ Falling Figures” fluttuano, precipitando insieme, dentro un universo frammentato di ordine e caos, rivelando un vuoto, uno spazio nuovo, al di là di esse. Dal blu che attraversa e supera i confini dell'orizzonte tra cielo e mare, al giallo elettrico, lo sfondo della tela si tinge di cromie che comunicano libertà, dove i corpi si librano, orbitando, in una coreografia universale. La ricerca artistica incessante e costante dell'artista e' proiettata sempre di più verso nuovi territori da esplorare, tra composizioni, scatti e mosaici in cui il movimento di elementi naturali e corpi umani dà vita a una sinergia attraversata da una tecnica innovativa che contempla il senso del tatto.
Nicholas Stedman è nato a Portsmouth nel 1953, si è dedicato da sempre alla pittura già dal periodo della sua adolescenza anche se in seguito ha avuto una formazione scientifica, difatti dopo i suoi studi ha lavorato in Francia come biochimico e contemporaneamente ha frequentato la scuola d’arte di Parigi “Place des Vosges”. A un certo punto della sua vita, nel 1979 lascia il suo lavoro da scienziato per dedicarsi totalmente all’arte e inizia a lavorare con l’artista Zao-Wou Ki all’école nationale...