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Essere un artista oggi; evoluzioni del processo creativo e considerazioni tra passato e presente
Essere un'artista non è una scelta, ci si nasce.
Anche se all’inizio non si ha la totale consapevolezza dell’esserlo, ad un certo punto, frequentando gli altri ti accorgi che guardi il mondo con occhi diversi, che sei affascinato dai dettagli, dalla bellezza ma, soprattutto, che a volte ti ritrovi all’interno dell’opera stessa, quasi una sindrome di Stendhal in cui non sei l’osservatore ma l’artista. Tutto nasce quando, ad un certo punto, l’idea prende vita e si ha l’esigenza di proiettare esternamente, attraverso il gesto creativo, le sensazioni del proprio essere, a volte, delicato e profondo, a volte, forte ed istintivo. Tutto ciò da parte dell’anima dell’artista, è un regalo, una fetta del proprio racconto, una parte di se stesso, processo creativo unico in continua evoluzione che da secoli si ripete.
Facciamo un po’ di disordine e riordiamo le idee, ma restiamo nel contemporaneo
Ogni artista ha un anima formata dalla sintesi perfetta della proprie esperienze, (luoghi, costumi, posizione sociale, carattere). Vi immaginate Andy Warhol dipingere “La tigre” di Antonio Ligabue, oppure Tamara de Lempicka dipingere “Le due Frida” di Frida Kahlo? Esempi paradossali, decontestualizzati, senza nessun fondamento per dire che ogni artista rappresenta il periodo storico che vive, la sintesi dei propri mutamenti, l’esperienza della propria vita vissuta. Per gli artisti storicizzati basta leggere i cenni della loro bio, un esercizio banale ma utilissimo alla loro lettura, utile alla comprensione delle loro opere; per gli artisti contemporanei la bio funziona in parte, il resto sarà un racconto che stai vivendo anche tu! E’ compito, da parte degli addetti ai lavori, riconoscerne il talento, riconoscerne il racconto in tutta la sua onestà ma, soprattutto, è importante da parte dell’opinione pubblica affiggere il giusto riconoscimento a chi è il portabandiera di un linguaggio universale, basta citare il Maestro Renato Guttuso, con l’opera la Vucciria del 1974 riconosciuta in tutto il mondo.
Chi è oggi l’artista? Forse chi decide di realizzare le sue opere con tecniche tradizionali, un comunicatore di messaggi o uno smaterializzatore di opere che invade il mondo virtuale?
I tempi sono decisamente cambiati; se Sotheby’s a New York per “Comedian”, l’opera molto discussa dell’artista Maurizio Cattelan, non ha venduto una semplice banana con del nastro adesivo, ma un certificato di autenticità e un insieme di istruzioni precise su come esporre l’opera (riprodotta in tre esemplari), dove l’idea vale più dell’oggetto, se le opere dell’artista emergente Massimiliano De Florio, ingegnere della paper art, vengono esposte in importanti gallerie nazionali ed estere, in un mix di geometria e luce, realizzate in serie da vorticose piramidi di carta pregiata, se il Metaverse Art apre le porte ad un nuovo modo di esporre e vendere arte a un nuovo collezionismo, offrendo agli artisti nuove possibilità creative, allora probabilmente è arrivato il momento “OPEN MIND”, connettersi con l’arte e gli artisti scegliendo le proposte piu congeniali alle proprie esigenze.
Il ruolo delle gallerie, nel delicato equilibrio tra artista, acquirente e collezionisti
Il gallerista oggi più che mai, è una figura che deve possedere importanti competenze. Una galleria all’avanguardia è sempre alla ricerca di nuovi talenti capaci di raccontare i tempi, deve avvalersi, per i motivi che citavo precedentemente, oltre che di uno spazio fisico, di uno spazio virtuale, una seconda galleria connessa con il mondo, idonea ad abbattere le distanze con un click e deve fornire contenuti all’avanguardia atti a soddisfare i profili più esigenti. In un mondo dell’arte ormai invaso dal tutto e dal niente, per alcuni, il gallerista ha il compito di sapere orientare, dare la possibilità all’acquisto agli animi più esperti attraverso la funzione “aggiungi nel carrello” o lasciare toccare con mano le opere dei propri artisti all’interno della propria galleria. Una galleria oggi deve necessariamente essere cronologicamente avanti con i tempi, fiutare le espressioni emerse degli artisti emergenti e continuare a raccontare gli artisti storicizzati ma, soprattutto, ha il ruolo di continuamente ad offrire autentica bellezza.
Riassumiamo il percorso; le mie conclusioni
Tutto parte da un idea sviluppata all’interno della nostra mente, forse un metaverso più remoto di quanto oggi si considera di pensare attuale. L’idea ha un valore iniziale forse più importante dell’oggetto stesso e, forse, questo Cattelan, provocandoci, ha provato a raccontarcelo. L’istinto di canalizzare da parte dell’essere umano queste idee, sinonimo di successiva bellezza, si materializza nella figura dell’artista, definito da Wikipedia come “creatore di opere dotate di valore estetico nei campi della cosiddetta cultura alta”. Compito del gallerista oggi è navigare con destrezza tra le sfide commerciali e l’integrità artistica, sostenere la carriera degli artisti e influenzare la percezione e la fruizione dell’arte moderna. Riconosco due figure capaci di tutto questo: un Peggy Guggenheim e Sabrina Di Gesaro, direttore artistico del centro d’arte Raffaello di Palermo.
Written by Marco Favata
Diplomato presso il liceo artistico E. Catalano di Palermo, affascinato da sempre dalle arti visive, approfondisce le proprie conoscenza da autodidatta appassionandosi agli artisti del 900 e all'arte contemporanea. Dopo avere viaggiato e vissuto in diverse città, é ritornato nella sua città dove lavora a diversi progetti artistici.