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Orario Uffici:
Giuseppe Bartocci, brindisino di nascita. dipinge fin da giovane da autodidatta e oggi si definisce come un’artista libero ispirato dalla sua esperienza nel quotidiano. I suoi dipinti potrebbero essere definiti astratti, texture di segni e colore, composti da un gioco di simboli che rappresentano le sue emozioni trasferite sulla tela con grande naturalezza. Le sue opere sono uno scoppio di vitalità e di energia e ci trasportano nel suo universo pieno di ricordi e inquietudine personali,frutto dell'introspezione e della riflessione.
A quali artisti ti ispiri?
Ho sempre amato tanti artisti, prevalentemente astrati e informali, quindi l’arte più tracciata, più colorata, tipo Afro Basaldella...l’ho amato molto...Burri, De Kooning, Pollock. Il mio riferimento sono gli artisti che hanno completamente dipinto la loro libertà di espressione.
Quando hai capito che la tua vocazione fosse quella del pittore?
In realtà, potrebbe sembrare una contradizione, ma non l’ho capito neanche adesso. Ho iniziato da ragazzo per noia… avrò avuto 14 anni. Un giorno sono andato in un negozio di belle arti e ho comprato dei colori ad olio e ho iniziato a dipingere su fogli di carta, e da allora non mi sono più fermato. Ancora oggi, per me è un gioco ma anche un bisogno: espressione della mia quotidianità. Ho la presunzione di lasciare una traccia, un qualcosa di mio, per sempre! Sento fortissimo il bisogno di esprimermi e lo faccio attraverso l'arte.
Quanto delle tue emozioni personali è presente sulla tela?
Tutte le emozioni che vivo durante la giornata, anche i cambiamenti del tempo mi condizionano ed influiscono sulla mia espresione pittorica. Io dipingo almeno tre o quattro ore al giorno, in completa libertà, dando spazio e libero sfogo ai ricordi, sogni e desideri. Le mie tele sono spesso un viaggio che percorre la mia fantasia, un cammino carico di simboli di libertà.
Come è iniziata la tua collaborazione con il Centro d'arte Raffaello e come la descriveresti oggi?
L’approccio con il Centro d'arte Raffaello è avvenuto tramite social. Come spesso accade oggi, questi nuovi canali di comunicazione consentono di avere molta visibilità e contatti veloci che superano le distanze. Ho proposto le mie opere, e da subito hanno trovato riscontro positivo nelle persone di Sabrina Di Gesaro e Giuseppe Carli rispettivamente direttore artistico e critico d'arte. Da lì è inizita questa collaborazione che spero duri a lungo nel tempo.
Guardando indietro nella tua carriera, come definiresti il tuo lavoro e la tua evoluzione nel corso degli anni?
Sicuramente sono una persona che non si lascia frenare dalle difficoltà e non teme le critiche. Ho sempre cercato di essere un artista che dipinge quello che vuole incondizionatamente. Quando decido di esporre una mia opera e di sottoporla al giudizio del pubblico o delle gallerie, e perché io per primo devo ritenerla interessante. Per me è l'umore quotidiano è fondamentale e ne faccio tesoro, dipingendo le emozioni con i miei occhi e con la mia creatività. Sono un ribelle e rifuggo le regole. Mi sento uno spirito libero senza costrizioni.
Hai un obiettivo a breve termine o qualche progetto futuro?
Mi auguro di fare sempre meglio, di realizare una mostra personale che abbia una buona risonanza. Il mio obbiettivo, attualmente, è quello di realizare un progetto interesante, affinchè il mio nome circoli nel panorama artístico contemporaneo. Io continuerò a lavorare, impegnandomi a raggiungere dei traguardi sempre più ambiziosi, accogliendo idee e proposte anche di critici d’arte e galleristi che incontrerò nel mio percorso. Insomma non mi precludo nulla.
written by Belen Villellas
Laureata in Storia dell’arte presso l’Università di Saragozza (Spagna) è amante dell’arte contemporanea in tutte le sue forme specie della scenografia cinematografica. Interessata alla cultura italiana ha studiato un anno all'università LUMSA di Roma attualmente collabora con il Centro d'arte Raffaello a Palermo.