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La riconoscibilità dei sentimenti

Evita Andujar è un’artista contemporanea di fama europea, testimoniata dal proficuo numero di premi ricevuti e mostre in differenti stati. Formata all’Accademia di Belle arti di Siviglia e specializzata in pittura ed arte, attualmente vive a Roma. Inizia a lavorare nel campo del restauro delle opere d’arte, passando successivamente a referente tecnico di importanti progetti. Nel 2012 decide di dedicarsi definitivamente alla sua passione affinando la sua particolarissima tecnica e partecipando a diverse mostre in tutta Europa e non solo, a fianco di grandi artisti contemporanei.

La tecnica pittorica originale e distintiva dell’artista, composta da pennellate ad acrilico principalmente su tela di juta, diviene la sua carta d’identità fatta di gesti veloci e punti focalizzati che si contrastano con parti fortemente astratte creando quel giusto smarrimento nell’osservatore. I dipointi nascono da una miscela audace di colori che non marcano volutamente i volti, donando una rappresentazione simbolica che manifesta fin da subito lo scopo e il messaggio di Evita: l’instabilità del presente e la perdita d’identità dei soggetti.

La pittura di Evita può essere definita una pittura filosofica in quanto le sue produzioni sono insite di riflessioni sulla condizione della donna nel mondo 2.0. Le protagoniste vengono sempre rappresentate in spazi chiusi: stanze all’interno delle proprie case, luoghi di intimità o calate in uno sfondo nero, contrastato dalla luce dei loro corpi. Questi scenari chiusi sono metafore del luogo dei sentimenti e quindi interiorità delle stesse protagoniste, le donne sono ritratte in posizioni rilassanti e trasmettono un momento di intimità. 

Nella serie Liquid gli occhi, unico elemento realista in una rappresentazione liquida, in movimento e astratta, sono diretti verso l’osservatore, violando la sua intimità. L’osservatore si sente quasi indesiderato, invasore di uno spazio vitale altrui. Il dipinto sembra uscire dalla modalità bidimensionale, fagocitando nella stanza chi è di fronte il quadro. Occhi che trasmettono voglia di comunicazione, libertà, parità e identità.Un’identità che non è più unica, riconoscibile e distintiva, poiché sostituita dall’apparenza che ognuno di noi mostra di sé, nascondendo la vera essenza. Ruolo centrale nello smarrimento del proprio essere sono i social network: vetrine di oggettività che nascondono l’individualità di ognuno di noi.

La serie Stolen Selfies ci mette davanti a queste riflessione. Selfie rubati dai social diventano momento di riflessione nella pittura di Evita, sia perché ci dà prova di quanto la nostra immagine una volta in rete non ci appartenga più, sia, perché mette in risalto gli aspetti superficiali del nostro essere, nascondendo la nostra vera identità e mostrando solo ciò che la società, assorbita in un mondo virtuale, ritiene bello e accettato. L’artista ribalta questo aspetto, cercando di mettere in risalto, al contrario, la spiritualità e l’essenza di queste donne. 

Le donne sono le protagoniste indiscusse delle sue produzioni: rappresentante senza etichette, libere e sicure. Soggette, in una società che le vuole perfette, surrogato di sé stesse. Evita vuole rompere questi schemi celebrando la libertà d’espressione e la manifestazione di sé e della propria interiorità, qualunque essa sia. Libere da ogni canone e critica. 

Un’artista mai lontana dalle dinamiche attuali, dai problemi di una società che sta cambiando velocemente e non sempre in positivo, vicina alla lotta e alla figura della donna, Evita Andujar cerca di equilibrare sempre i suoi messaggi che sono segni di un qualcosa che le sta stretto. Non esita ad esporre il suo disappunto attraverso la sua arte. Una donna dalla parte delle donne, al centro delle sue produzioni trasmettono sentimenti ed emotività attraverso lo sguardo. L’interpretazione personale non è mai troppo lontana da quello che vuole trasmettere l’artista, e il suo scopo è proprio manifestare un’interiorità che riesca ad arrivare a tutti. I sentimenti sono personali, ma sempre riconoscibili.

written by Giorgia Giuseppa Spina

Classe 1997, laureata in beni culturali, è amante dell'arte in tutte le sue forme e curiosa di ampliare le proprie conoscenze.Ha frequentato per un anno l'Aix Marseille Université, in Francia, e ha già pianificato un'ulteriore esperienza all'estero, questa volta presso l'universitat de Valencia.

 

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