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Se la luce tradizionalmente identifica lo spirito, la sua intensità ne propone la forza. La luce è manifestazione di moralità, dell’intellettualità e delle sette virtù. Il colore della luce, se bianco, dimostra il principio di totalità, di unicum, sintesi di tutte le cromie necessarie a produrla come accade nei quadri moderni astratti. Se invece, con uno specifico colore, questo diviene simbolico. La luce in sé porta tutta la densità della forza creatrice, ora divina ora terrena, ovvero motore d’ogni cosa. In era contemporanea, alla luce, si sono dedicate intere bibliografie specifiche, innumerevoli temi di ricerca e risultati ottenuti.
Di certo, da quando l’energia elettrica è comparsa sulla scena, si sono innescate una infinita sequela di soluzioni collegate agli oggetti per produrla, per contenerla, per diffonderla, sia per le necessarie attitudini notturne, sia per le performance che questa genera. In una casa, non abbiamo dubbi, la giusta luce può dimostrarsi determinante per l’atmosfera voluta.
Quasi certamente sino alla fine degli anni cinquanta, poche erano le aziende che operavano sul mercato dell’illuminazione, gli oggetti “lampada” erano visti come necessità, quindi, poche ancora le caratteristiche tecniche e tecnologiche ed altrettanto embrionali le ricerche formali sull’oggetto e sulle caratteristiche dei materiali.
La cultura illuminotecnica, di nascita successiva alla diffusione del “Design Italiano” (anni ’50), diviene il volano per aziende e designers che interverranno sulla “qualità” della luce, sia sotto il profilo innovativo sia sotto quello merceologico.
Il panorama degli apparecchi per l’illuminazione che si sviluppa a partire dagli anni sessanta vede progettisti quali i fratelli Castiglioni, E. Sottsass, V. Magistretti, J. Colombo, B. Munari, G. Aulenti, Albini, Mangiarotti, impegnati nella trasformazione radicale del prodotto luce, essendo forse più incisivi progettualmente di quanto non accadesse con altri componenti di arredo.
Sono proprio loro che hanno contribuito e reso possibile la messa in evidenza, e render conclamata la leadership nel mondo, del design italiano; la memorabile mostra a New York del M.O.M.A. del 1972 proponendo le tendenze e le nuove culture nascenti intorno la luce, proiettò da quell’anno i trionfi delle aziende italiane: Artemiede, Flos, FontanaArte, che in modo indiscusso hanno raccontato un bel pezzo del nostro bel paese.
Trent’anni di Industrial design e tecnologia oggi pongono l’Italia, ancora ai primi posti delle nazioni ove si produce e progetta con qualità e successo la luce ed il suo corpo illuminante, nonché sofisticate le capacità illuminotecniche in tema di “cromoterapia” nelle ultime ricerche in corso a cura di specializzate aziende di settore.
La luce è divenuta così parte integrante sia del fare architettura sia del fare ambiente o atmosfera, dove il moltiplicarsi dei progressi nel campo tecnico e scientifico hanno notevolmente contribuito a migliorare i rendimenti luminosi e la qualità della luce stessa, sia pure dell’immagine dei supporti, al punto che il progetto di ogni prodotto , si pone come opera. Oggi è possibile creare uno specifico distinguo tra luce propria e luce portata, ovvero con la luce è possibile generare emozioni ancorché produrre enfasi e/o mimesi, la luce con le sue tipologie si presta a produrre stati d’animo o scenari impalpabili.
Oggetti luminosi si alternano ad oggetti illuminanti, e di questi, il disegno che la luce propone (giustamente variabile), può esaltare o ammorbidire gli ambienti trattati, sia essi interni che esterni.
Quindi, il “progetto della luce” deve, d’ora in poi, esser considerato al pari di ogni altro atto progettuale, perché parte integrante (se non proprio dominante) del far casa; vivere con la luce deve poter significare apprezzarne il disegno che essa propone, e con questo, sapientemente giocare lasciandosi emozionare, proponendone, appunto, la sua capacità creativa.
written by Walter Angelico
Emanuele Walter Angelico, architetto PhD, si laurea a Palermo dove vive e lavora – è docente in Architettura e si occupa di tecnologie e di design. Completano la formazione e figura di Ricercatore/Progettista una intensa attività di partecipazione a Convegni Nazionali e Internazionali, unitamente alla pubblicazione di articoli e saggi su volumi e riviste di settore.