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Uno degli artisti più prestigiosi a livello internazionale come grande esponente del surrealismo plastico, si distingue per aver combinato nella sua opera elementi organici, simboli ispanici e figure grafiche, creando un linguaggio proprio, molto caratteristico e oggi riconosciuto come un precursore del design grafico e pubblicitario.
Joan Miró i Ferrà nasce nel 1893 a Barcellona, città che testimonia un boom di cambiamenti socio-culturali con l'arrivo del XX secolo. Da bambino è in contatto con l'artigianato, dato che proviene da una famiglia di orologiai, orafi ed ebanisti. Già nel 1907 frequentò di sua iniziativa la Escuela de la Lonja per ricevere una formazione artistica pero dopo questo, soddisfò i desideri di suo padre intraprendendo la carriera di contabile. Più tardi, dopo una malattia, si ritirò dal lavoro e si trasferì nella sua casa nella campagna di Montroig dove il suo desiderio di diventare un pittore professionista divenne più forte, e decise di proseguire la sua formazione come artista alla Acedemia di Barcellona facendosi influenzare dalle tendenze più attuali.
Organizzò la sua prima mostra personale nel 1918 alla Galleria Dalmau di Barcellona e il suo stile cominciò ad attirare l'attenzione dell'avanguardia internazionale. Nel 1920 iniziò a vivere tra Parigi e Montroig e fino al 1924 continuò e rafforzò il suo suggestivo linguaggio ancora figurativo, composto da una combinazione di colori fauvisti, elementi di paesaggi cubisti e anche caratteristiche tipiche della vecchia pittura romanica catalana, come i forti contorni neri delle figure sproporzionate, tutto trattato con una prospettiva spaziale molto particolare che combina elementi affrontati da diversi punti di vista nello stesso spazio. Tra le opere di questo periodo spiccano La fattoria e La contadina, in cui ritrae il tipico ambiente rurale catalano con questo linguaggio così innovativo.
Nel 1924, immerso nel più importante circolo di artisti e intellettuali dell'epoca a Parigi, capitale della cultura, Miró firma il primo manifesto surrealista da André Breton, il cui obiettivo era quello di raggiungere le profondità del pensiero attraverso la libertà della creazione, l'immaginazione e il mondo dei sogni. Più tardi si allontanerà da questo gruppo a causa della pressione politica, e lui, più interessato all'arte, rimane sempre un'anima indipendente. In questo periodo modella già suo linguaggio, per esempio in Il Carnevale di Arlecchino dove si può già apprezzare il suo inconfondibile stile iconografico, appaino i simboli distintivi dell'artista e trasforma gli elementi organici in una sorta di linguaggio grafico attraverso l'astrazione, creando composizioni musicali in scene che sembrano uscire dall'universo onirico di un bambino da cui emergono la musica e la poesia, i suoi principali interessi. Per quanto riguarda la tecnica di creazione automatica dei surrealisti, lui ha giustificato il suo linguaggio cosí: “ho cercato di catturare le allucinazioni prodotte dalla fame che stavo vivendo. Non è che ho dipinto quello che vedevo nei miei sogni, come dicevano Breton e i suoi all'epoca, ma che la fame ha prodotto in me un transito...” Nel 1930 diventa celebre grazie ad la prima mostra individuale in New York alla Valentine Gallery.
A partire dagli anni 30 accentua il suo linguaggio, sempre più surrealista con figure animalizzate, astratte e deformi. A causa della tensione politica che attraversa la Spagna crea opere più oscure e lontane dal suo mondo felice, come Natura morta con una scarpa vecchia, e dopo lo scoppio della Guerra Civile si impegna con il governo repubblicano, come si vede nell'opera El Segator, esposta nel padiglione spagnolo dalla Mostra Internazionale di Parigi nel 1937. Dopo questo periodo tornò al suo linguaggio più allegro e vivace, ai colori primari, alle opere influenzate dalla musica e dalla poesia, dalle donne, dalle stelle e dagli uccelli, in un momento di maggiore speranza ed illusione, consolidando e continuando con il suo linguaggio fino alla fine della sua vita. Introdusse anche una grafica poetica dai toni più astratti applicata per mezzo di nuove tecniche che apprese nei suoi numerosi viaggi negli Stati Uniti, affermandosi come artista di grande fama ed esponendo nelle migliori gallerie e musei internazionalli.
L'arte di Miró va oltre la tela. Ha sperimentato con tutti i tipi di media durante la sua carriera, come il collage, molto tipico dei dadaisti e dei surrealisti, e lavora anche in scenografie e vestiti per il teatro. Crea anche grandi sculture, sempre seguendo la sua poetica, in bronzo, marmo o cemento esposti a Parigi, Chigaco,etc. Lavora e si concentra su opere pubbliche, seguendo il suo istinto di democratizzare l'arte contemporanea a tutta la società. Oggi queste sono icone della sua città natale Barcellona, come la scultura Dona i Ocell, i murali in ceramica sulle Ramblas e all'aeroporto. Elabora anche un'ampia opera grafica con litografie e aquaforte in varie serie, senza fermare mai la sua produzione artistica in tutta la sua vita.
Joan Miró non fu soltanto un pittore ma anche uno scultore, un ceramista considerato tra i più grandi esponenti del surrealismo. Tutto il suo linguaggio attingeva ad un mondo onirico e simbolico, liberamente ispirato all’inconscio, che traduceva nella sua attività artistica.
Le sue opere sono spesso caratterizzate da colori vivaci e da tratti neri che creano un contrasto forte in cui la forma indecifrabile invita lo spettatore ad intraprendere un viaggio nel proprio immaginario.
Joan Miró muore il 25 dicembre 1983 a Palma dopo aver ricevuto medaglie e grandi riconoscimenti in occasione del suo 90º anniversario. Lascia l'eredità di una vasta carriera come persona discreta e umile che non ha mai dimenticato le sue radici catalane, nonostante sia uno degli artisti più influenti nel mondo dell'arte contemporanea, creando un linguaggio artistico completamente unico che è diventato un riferimento ed un simbolo internazionale.
Premio per la grafica alla Biennale di Venezia 1954
Premio internazionale Guggenheim nel 1958
Carnegie International Grand Prize New York 1967
Laurea honoris causa conferita dall’Università di Harvard nel 1968
Apre la Fundació Joan Miró, Centre d'Estudis d'Art Contemporani di Barcellona nel 1975.
Medalla d’Or de Generalitat de Catalunya nel 1978
Laurea Honoris Causa conferita dall’Università di Barcellona nel 1980
Medaglia d’Oro delle Belle Arti del re di Spagna Juan Carlos nel 1980
Uno degli artisti più prestigiosi a livello internazionale come grande esponente del surrealismo plastico, si distingue per aver combinato nella sua opera elementi organici, simboli ispanici e figure grafiche, creando un linguaggio proprio, molto caratteristico e oggi riconosciuto come un precursore del design grafico e pubblicitario.
Joan...