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Intervista a Marco Bennici

Chi è Marco Bennici? ...descriviti

La mia formazione è quella di architetto, lo studio del progetto fotografico è il punto di partenza del mio lavoro, insieme all’entusiasmo ed alla curiosità verso la natura umana in tutte le sue sfaccettature.

Quando è cominciato il tuo rapporto con la macchina fotografica?

Durante gli studi ho passato più di un anno in Francia, tra Parigi e Toulouse. E' stato uno stimolo per girare tutta la nazione in cerca di architetture contemporanee. Ho iniziato a riportare in foto le emozioni generate dallo spazio architettonico. Successivamente ho seguito un fotografo professionista di architettura, in giro per la Sicilia per realizzare articoli di interni per una rivista. Una delle artiste che seguo da tempo è la scultrice Rabarama, che trovo interessante per il particolare linguaggio di rappresentazione dei corpi umani, da renderli un vero e proprio quadro moderno,  e come li riveste con un "patten" dai forti significati simbolici. Ho trovato degli stimoli simili nelle persone molto tatuate iniziando frequentare convention, tatuatori e tatuati, iniziando a fotografarli...

Sappiamo che sei un architetto ma qual è il tuo rapporto con l'arte? 

Mi piace anche citare Mondrian, che insieme alla corrente stilistica De Stijl, ha dato vita all'inizio del 900 al movimento moderno, in arte ed architettura, rompendo e rivoluzionando radicalmente i canoni del tempo. Nessuno è mai stato più rivoluzionario di loro! Per me (ma non condiviso da molti architetti) il gesto architettonico, pur essendo concreto e pieno di responsabilità, è anche un gesto artistico.

...il tuo artista, il tuo periodo preferito, la tua tela...

E' facile dire Picasso, per la quantità di opere di altissimo livello che ha prodotto nella sua vita artistica. Sono rimasto ore ad osservare la Guernica ed i suoi disegni preparatori al museo De la Reina Sofia. Il caos della battaglia è ben rappresentato con diversi spessori di pennello, rigorosamente nei toni di grigio, che danno un equilibrio all'opera che non ha eguali. 

La maggior parte della gente vede la fotografia come arte minore ...puoi dirci la tua

Oggi la figura del fotografo è in parte sminuita sia perché si stampa sempre meno, foto, riviste e pubblicazioni varie, sia perché con l'avvento degli smartphone sempre più evoluti, un ragazzino di 13 anni può realizzare la foto di un tramonto con una qualità ed un linguaggio che risulta competitivo rispetto a quello del fotografo che ha ereditato il mestiere del padre... Inoltre, oggi, una reflex è alla portata di tutti e la fotografia "da social" è sempre più diffusa. Io trovo questi aspetti molto stimolanti, e fotografo con la consapevolezza che per essere superiore al ragazzino o al fotoamatore devo metterci qualcosa in più: l'idea. Provo a fare qualcosa che loro non hanno ancora pensato.

Tra i tuoi vari progetti, molto affascinanti e entusiasmanti, a quale sei più affezionato?

Uno dei primi, ID-Entity, fortemente legato alla mia terra, la Sicilia, ma che, nel messaggio, può essere fatto proprio da chiunque. Si tratta del rapporto con la terra natìa, che a volte si è costretti ad abbandonare per poi non sempre tornare. Un rapporto di forte attrazione che strizza l'occhio all intenso testo di Vincenzo Consolo, “Le Pietre di Pantalica, che ho reinterpretato facendo dipingere con i suoi testi due giovani sorelle, molto legate tra loro, in un set davvero suggestivo, il teatro Cicero a Cefalù. Gli scatti sono stati stampati direttamente su alluminio e ospitati in due mostre personali, una pubblicazione, ed adesso in giro per diverse showroom di design.  

Se hai in porto nuovi progetti ti andrebbe di parlarne e anticipare qualcosa?

Nell’ultimo anno sono stato impegnato nello svolgimento di esperimenti sensoriali attraverso l’interazione tra persone che non si conoscevano, provando ad annullare alcuni sensi per farne acuire i restanti. Ho raccontato questi momenti in foto, le loro reazioni sono state sorprendenti.

Come è nato il tuo rapporto con il Centro d'arte Raffaello?

Sono stato presente come utente a diverse inaugurazioni di mostre di altissimo livello presso il centro d’Arte Raffaello. Sono stato così coinvolto da Giuseppe Carli, il curatore che in passato mi ha seguito per la mostra e pubblicazione di ID-Entity. Durante l’opening ho avuto il piacere di ricevere la visita di Sabrina di Gesaro. Adesso mi hanno dato la possibilità di presentare tre miei progetti fotografici per la Galleria Raffaello.

 lasciamo i nostri lettori con una tua massima.....

Partendo dal postulato di Lavoisier “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, sono convinto che tale frase si possa applicare anche nel campo artistica. Nessuno inventa, ma la strada da percorrere deve partire da ciò che gli altri hanno già fatto per continuare la ricerca e fare qualcosa di innovativo.

Il mio lavoro prova a seguire questa (non) semplice regola.

written by Giuseppe Carli

Curatore e critico d'arte impegnato nell’organizzazione di mostre ed eventi culturali, con partner privati ed istituzionali come l'Assessorato regionale ai Beni Culturali e dell'identità siciliana- Dipartimento regionale dei Beni Culturali e dell'identità siciliana - Soprintendenza per i beni culturali e ambientali. Scrittore attivo per la Edity Edizioni, Glifo Edizioni, Maretti Editore.

 

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