Siamo qui per aiutarti
+39 091 7574592
+39 339 2896464
Orario Uffici:
E’ uno spettacolo innamorarsi ogni volta di un libro, di un quadro. Sentire l’arte non solo come buona, ma come una bellezza straordinaria e sconfinata.
Conversazioni sull’arte
Gotthold Ephraim Lessing affermava nella sua opera più nota Laocoonte che la poesia e la pittura sono gemelle. Egli crede che siano così interconnesse che la poesia esprime una forma di arte che la pittura non potrà mai esprimere e viceversa. L’arte è una pacifica provocazione nella storia del mondo. Perché essa non fa distinzioni tra i generi artistici ma rappresenta la capacità di generare, favorire, celebrare la vita e consegnare la morte. Nella scrittura c’è uno sforzo artistico che attraverso l’inchiostro si trasforma in una storia che diventa personaggio, pensiero, movimento, materia indefinibile da ri-costruire con l’immaginazione giocando di percezione. Ma è anche tecnica, studio, esperienza, lettura, sperimentazione. Ci sono rumori, uomini e donne che affollano i pensieri, che sgomitano per diventare storie dentro lunghi inverni o estati caldi. Sono tratti e sono parole. E’ un legame tra diversi linguaggi artistici che unisce senza artefici. Uno sconfinamento della scrittura nella pittura e viceversa che offre la possibilità di riformulare la realtà, di riceverla sempre diversa e nuova. Questa trama artistica scardina i confini della scrittura che si insinua nella pittura per diventare narrazione. Sorelle si, ma gemelle no. Per esperienza, per formazione, per consapevolezza. La pittura è l’insieme, è uno sguardo ogni volta diverso che mutua nella scrittura sentimenti e racconto. Scrivere un romanzo è invece un racconto lento che comunica dalla prima pagina fino all’ultima. C’è l’attesa del lettore, ad ogni pagina c’è un nuovo elemento, una storia che inizia, un capitolo disarmante o risolutivo. C’è la volontà precisa della narrazione che può trasmettere immagini.
Il racconto è desiderio
Lo scrittore è il protagonista, anche se non lo è, sono le sue emozioni che lo tormentano, i suoi pensieri che traboccano. Ogni pagina ha un colore le cui sfumature sono percepite in modo diverso da lettore a lettore, come un prisma che separa la luce. E se ci fate caso c’è un sottofondo musicale che accompagna ogni momento fino a toccare le note più alte più dolci, a volte più acute. Nel mio romanzo di esordio “Spaccapetra” l’immagine è stata l’idea prevalente del lettore, tanto da essere definito cinematorgrafico. In “Agata senza gabbia” è diventato un dipinto. In questa autocelebrazione c’è solo la volonta di testimoniare come il passaggio alle altre sorelle è strettamente legato alla ragion d’essere cioè il contatto con il mondo, con la società, la contaminazione nella sua accezione nobile. Perché scrivo? Eppure mai mi sono presentata come una scrittrice. Perché è il momento più intimo, perché è quella solitudine che mi accompagna. Perché non sono una scrittrice, ma una ricamatrice. Allora, la scrittura è arte o mestiere? È tempo che dedico ai miei pensieri, alle persone che incontro, alle storie che ascolto, ai libri che leggo. Mescolo la mia vita a quella degli altri, come un pittore mescola i suoi colori. E racconto. Trovo il tempo. Condivido. Non importa chi legge, la mia priorità è narrare, esprimermi, desiderare. Gemelle si, di desiderio. Quel desiderare che l’avventura della vita è possibile, il bisogno che la vita sia piena di senso, di bellezza e di bene.
written by Maria Grazia Motisi
Laureata in scienze politiche, autrice di libri, poesie e prefazioni. Impegnata nel volontariato e nella promozione delle tradizioni e del territorio del partenicese in particolare della rivalutazione artistico e culturale del Borgo Parrini. Ha ricoperto ruoli istituzionali, ideatrice e realizzatrice di numerose iniziative facendo vivere alla città importanti momenti di aggregazione. Presidente dell’associazione culturale Le Torri e socia della dell’associazione La Via dei Mulini odv.