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Il segno contemporaneo di Navarra

Una delle opportunità che mi offre il mio lavoro è quella di incontrare persone capaci di regalarti la loro esperienza, di trasmetterti una visione della vita e della realtà diversa dalla tua. Alcuni artisti fanno proprio questo: regalarti una lente, un filtro attraverso cui vedere ben oltre la realtà. Navarra è stato questo per me. Un artista capace di dispensare filtri attraverso cui guardare oltre ciò che costituisce la realtà più semplice, abituale, fatta di prati, cieli, ulivi, ginestre, frutta che solo apparentemente costituiscono il nostro quotidiano.

Navarra mi ha insegnato quanta osservazione ci sia dietro il suo gesto, la sua tecnica, la sua sapienza nell’accostare i colori. Ma mi ha anche indicato quanta astrazione ci sia dietro il suo più apparente realismo, simbolo e memoria di un istante senza tempo. Mi ha svelato la sua visione della realtà, ventaglio di emozioni e interpretazioni. Mi reputo una fortunata testimone del travagliato cammino percorso da questa stessa visione. Nel corso della nostra ventennale collaborazione, ha subito graduali passaggi, a volte scossoni, arricchendosi sempre più, aggiungendo qualcosa di inaspettato.

Conosco Navarra da oltre vent’anni, il nostro rapporto nasce con le prime mostre in galleria dedicate allo stile prevalente di allora: i paesaggi iperrealisti dedicati alla natura, alla bellezza e ai colori dell’entroterra siciliano. La Sicilia, così fortemente rappresentata, è protagonista e teatro di un grande amore. Romano di nascita, siciliano lo è diventato per elezione, scegliendo di viverla e di restarvi. Proprio attraverso gli scenari siciliani, ho conosciuto la sua maestria unica, la sua capacità di rendere attraverso un tratto sottilissimo, una cura meticolosa del dettaglio, un realismo che va oltre se stesso, in una ricerca del bello, dal terreno allo spirituale.

Abbiamo continuato la nostra collaborazione realizzando insieme delle mostre personali dedicate esclusivamente all’altra sua anima: le nature morte come quadri da soggiorno. Composizioni di frutta su fondo scuro, foglie, ortaggi di lontana memoria, uno stile dai celebri richiami, con fondi scuri e frutti brillanti e luminosi, che oggi cedono il passo ad una nuova visione. Penetra la luce e lo sfondo si scandaglia attraverso una visione divisionistica di punti appena percepibili. Lo stesso troneggiare dei frutti, la stessa raffinata esecuzione, ma in un percorso in continua evoluzione.

Le regole scientifiche e le norme che regolano il colore sono i suoi fondamenti, i punti di partenza verso un divenire in cui l’istinto rimescola le carte. La sua ricerca, il suo studio, la sua applicazione, da sapiente conoscitore delle regole che governano l’arte, sono presenti in ogni lavoro, leitmotiv di ogni mostra.

Alla sua sapienza pittorica, alla sua contemporanea capacità di rappresentare il reale attraverso una sospensione del tempo che si fa sentimento e memoria, io dedico queste parole, quale suggello di una collaborazione che mi auguro possa protrarsi nel tempo.

written by Sabrina Di Gesaro

Cura la direzione artistica della galleria Raffaello da oltre 25 anni. Al suo attivo l’organizzazione di mostre personali dal respiro internazionale tra cui Joan Mirò nel 2000 e Pablo Picasso nel 2001, esposti per la prima volta a Palermo. Ha creato una collana di cataloghi d’arte Raffaello e promuove i giovani talenti dell’arte contemporanea.

 

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