Siamo qui per aiutarti+39 091 7574592
+39 339 2896464
Orario Uffici:
I volti rugosi, le mani ruvide, le schiene curvate dal duro lavoro dello zappare la terra arida e infuocata della Sicilia, sono le più alte espressioni di una fatica e di un sudore della fronte che è essenza stessa della dignità contadina siciliana delle passate generazioni. Quei vecchi affaticati contrastano con vigorose braccia di giovani contadini e rivelano un passaggio generazionale in cui permangono gli stessi ideali: il lavoro e il sacrificio. Ad essi si contrappone l’allegria di una vita semplice, le sue gioie, la sua produttività. È il ciclo della vita quello del pane, è un susseguirsi di immagini in cui la memoria ritorna, si fa presente, realizza il permanere di sé oltre il trascorrere del tempo. A questo mondo è appartenuto lo stesso Gianbecchina; lo sente e lo vive nella tela trasponendo se stesso, la sua storia, la sua stessa famiglia. Le nostre opere hanno la capacità di rivelare la forza che le pervade: quella della vita. Acquatinta su carta del maestro appartenente al ciclo del pane. Firmata sul fronte in basso a destra. L'opera è un multiplo del 1976.
Opera pubblicata sulla collana “Contributo all'educazione esteticaper una didattica delle visite alle mostre di pittura” volume “La Sicilia di Gianbecchina vista dagli studenti”, a cura di Giuseppe Cipolla, edito da “Vittorietti s.p.a. ”, 1979.