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Astrattismi a confronto; Schelfi, Puleo, Must - A ciascuno la sua dimensione

Considerazioni sul concetto di astrattismo

Verso la fine del XIX secolo, mossi dall’ intento, in qualche modo, di riflettere i cambiamenti sociali, scientifici e tecnologici del periodo, molti artisti in varie parti d’Europa e senza un comune intento tra loro, iniziano a gettare le fondamenta di quello che diventerà, più avanti, il movimento artistico dell’ Astrattismo. Il termine, appunto, indica tutto quel rappresentare di forme e di colori apparentemente senza un reale soggetto, che si distaccano dal comune immaginario per indurre l’osservatore a ricercare la propria chiave di lettura. Fino ad ora avevamo solo avuto ricerca della realtà ai minimi dettagli, estenuante inseguimento della perfezione al limite dell’ iperrealismo. Ma laddove c’è ricerca di perfezione, in linea con i tumulti sociali, c’è bisogno di sconfinare da stretti canoni di convenzioni; ecco dunque la necessità di creare un nuovo movimento artistico che includesse al suo interno questi cambiamenti, elaborandoli e rileggendoli attraverso una nuova scritturaUn linguaggio fatto di colori, forme, linee ma fatto soprattutto di emozioni. Che bisogno c’era di riprodurre un immagine dell’ arte fedele alla realtà se c’era già la fotografia a far questo? In che modo l’artista poteva catturare l’attenzione se non attraverso una pulsione tutta personale e visivamente lontana dal classico concetto di pittura?

Astrattismo uguale emozioni

Il percorso che farà l’astrattismo nel corso degli anni, che lo vedrà affermarsi come stile artistico “mondiale” , è lungo e tortuoso ma sempre mosso da un impeto comune a tutti gli artisti, ovvero emozionare . Che sia gioioso e colorato, oppure freddo e monocromatico, o ancora lineare e industriale, l’ astrattismo muove i suoi passi verso l’obbiettivo di indurre l’osservatore a ricercare dentro di sé ciò che di personale ritrova in quelle forme apparentemente senza soggetto. Questa è la caratteristica che rende l’astrattismo così affascinante e misterioso, con un’ aurea di bellezza senza tempo.

L’ astrattismo oggi, a casa nostra

Per tutta una serie di scelte stilistiche ed estetiche, è un dato di fatto che le opere astratte sono, ad oggi, le scelte preferite da estimatori di arte moderna e contemporanea, arredatori e architetti, singoli acquirenti privati.Ma cosa esattamente muove un artista durante il suo estro creativo? Cosa c’è dentro il suo impeto astratto? Lo approfondiamo mettendo a confronto il linguaggio espressivo di tre artisti diversi tra loro.

Dario Schelfi, l’arte che incontra l’artista

Schelfi non fa studi d’ arte, non ha un percorso accademico alle spalle, né ha esperienze artistiche in bottega; eppure l’arte bussa alla sua porta in maniera impetuosa ed esplosiva , scoprendo un Dario magistralmente competente nella scelta cromatica, nella libertà espressiva e nella padronanza esecutiva non convenzionale che l’artista svolge attraverso i materiali più bizzarri quali forchette, spugne, cartoni e cose del genere. Schelfi dipinge con la propria anima, in maniera istintiva e improvvisa. Quando l’ispirazione chiama, ecco che si riversa sulla tela un flusso di colori ed emozioni, nulla è progettato né studiato, ma noi ne percepiamo la sensibilità emotiva, l’ irrazionalità e anche l’eleganza. Vibranti toni di colore danzano nello spazio dando vita ad uno scenario compositivo non solo esteticamente gradevole, ma intenso e surreale al tempo stesso, nella sua creatività. Una finestra colorata, i suoi quadri, dove possiamo affacciarci respirando aria fresca di libertà, lontani da regole e canoni , in un mondo sempre più recintato, ma dove l’osservatore può ricercare il proprio angolo di follia.

Giorgio Puleo, invito alla riflessione

Sin da piccolo appassionato d’arte, Puleo esplora il suo percorso in maniera autodidatta fino al raggiungimento della sua consapevolezza artistica che lo vede ben inquadrato in un linguaggio introspettivo, riflessivo. Un’ arte informale quella di Giorgio Puleo, sempre in continua ricerca attraverso sperimentazioni tecniche e cromatiche . La realizzazione è attenta e scrupolosa, richiama alla mente le tecniche della litografia e del frottage, nulla è lasciato al caso. All’ occhio dell’ osservatore le sue opere si presentano come una laboriosa sovrapposizione di piani visivi; un’ attenta ricerca delle forme ci induce a ricercare il soggetto dentro la nostra mente, un’ incessante lavoro di memoria visiva e riflessione. La resa pittorica è equilibrata e accattivante, in un interessante scenario compositivo di forme, linee e colori che trovano il loro posto nell’ opera e nel nostro immaginario. Un’ ipnotica elaborazione del colore che magnetizza lo sguardo e che rende, Puleo, padrone della scena in un astrattismo ricercato e interessante.

Matteo Must, l’astrattismo è estetica della vita

Pur essendo molto giovane, Matteo Must, imbratta pittura e colori sin da piccolo essendo cresciuto con la madre artista. Il suo approccio con l’arte inizia, pertanto, molto presto. Questa esperienza che in tenera età rappresenta per lui un momento di felicità, si arricchisce in età adulta di emozione attraverso il colore, padronanza della composizione, consapevolezza di sé stesso. Dentro l’ aspetto giovane di un artista ragazzo, vi è una forte padronanza artistica, con un’ intensa gestione dell’ attenzione attraverso la ricerca estetica delle emozioni.Il focus delle sue opere è il mare in tutta la sua maestosità. Rappresentazioni di regate, paesaggi con barche a vela dove il mare con tutta la sua forza espressiva, ci porta in un tumultuoso viaggio attraverso l’universo interiore delle emozioni. La vita è una continua sfida, ricca di imprevisti, a volte tortuosa ma sempre imponente e decisa come le onde del mare in rivolta. Quale migliore metafora artistica allora, per rappresentare sulla tela quel burrascoso mondo di emozioni e stati d’ animo, sempre in movimento, se non attraverso il mare che con la sua infinita mutevolezza di colori e forme, scava dentro la nostra anima, costringendoci ad elaborare pensieri e riflessioni suscitati. Ecco perché l’opera di Matteo Must non è soltanto scelta estetica di un quadro esteticamente bello e attraente, ma segno artistico di un artista che attraverso le sue pennellate dense e materiche , ci offre uno spiraglio della propria invalicabile anima e lo fa in una maniera raffinata e decisa.

Conclusioni

Attraverso questo confronto nel mondo delle opere astratte, abbiamo visto come ogni artista, scegliendo il suo linguaggio artistico, al di là di ogni individualismo, riesca ad esprimere, dentro l’ intrigante mondo dell’ astrattismo, la propria interiore spiritualità. Che sia emozione pura del colore, elaborazione di un soggetto oppure ricerca attraverso tecniche che esulano dalla rappresentazione di forme reali, l’ Astrattismo offre ai nostri occhi stupore e bellezza, gioia e curiosità, riflessione e ricerca, portando l’osservatore dentro la propria, singolare, dimensione. Linguaggio universale, quello del colore, all’ interno di una personale lettura introspettiva. Libertà espressiva e bellezza artistica collocano l’ Astrattismo contemporaneo all’ interno di un’ epoca volta alla ricerca estetica e all’ eleganza, ma non priva di sentimenti ed emozioni.

Una lettura apparentemente semplice ma che talvolta si rivela difficoltosa ed elaborata, sempre profonda e mai banale. Sofisticata e mai scontata ma indubbiamente, certamente, per tutti.

                                                                                                               Written by Claudia Oliveri demoetnoantropologa, fa dell’arte la sua passione e la sua professione.
Per anni si è occupata di ricerca, critica e attribuzione artistica dei grandi pittori fiamminghi.
È stata curatrice di mostre. Attualmente svolge laboratori artistici per bambini.

 

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