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Aligi Sassu, pittore e scultore, nasce a Milano, il 17 luglio 1912. Il padre, legato da una forte rapporto d'amicizia a Carlo Carrà, lo introdusse intorno agli anni ‘20, in giovanissima età, all'Esposizione Nazionale Futurista presso la Galleria Moretti di Palazzo Cova, a cui parteciparono più grandi futuristi e le giovani leve. Qualche anno dopo, si trasferì con la famiglia in Sardegna e In quel periodo entrò in contatto per la prima volta con i cavalli, che divennero marchio personale uniti ai colori accesi della Sardegna che impregneranno la sua pittura caratteristica. Dopo una tre anni in Sardegna, la famiglia ritornò a Milano e qui Aligi presentò ancor più intensamente il suo interesse per la lettura e l'arte futurista.
Per un periodo svolse il lavoro di apprendista presso la Pressa, un'officina litografica; l'anno successivo, l’aiutante di un decoratore murale; nel frattempo frequentò i corsi serali. Insieme all'amico Bruno Munari, ebbe la possibilità di conoscere Filippo Tommaso Marinetti. Questo incontro fu molto importante, infatti nel 1928, fu invitato proprio da Marinetti stesso a partecipare alla Biennale di Venezia. Successivamente, insieme a Bruno Munari, definì il Manifesto della Pittura "Dinamismo e riforma muscolare”, prediligendo la rappresentazione di forme dinamiche non convenzionali e anti-naturalistiche.
Grazie alle amicizie del padre, entrò a stretto contatto con le opere di Boccioni e Carlo Carrà, di Gaetano Previati e Giuseppe Gorgerino e a loro si ispirò a volte nei suoi dipinti. Studiò Picasso, Diego Velázquez ed il nudo plastico. In questo periodo "L'Ultima cena", è il dipinto che caratterizza l'arte di Sassu di quegli anni, in cui gli abiti moderni dei personaggi e l'ambientazione, preannuncia quello che sarà il suo futuro stile. Negli anni fra il 1927 e il 1929 dipinse in maggioranza quadri di piccole dimensioni, aventi spesso come soggetto lo sport, le industrie e le macchine; nascono così i Ciclisti, I minatori, L'operaio, Pugilatori e gli Uomini rossi.
Insieme a Filiberto Sbardella, Giacomo Manzù, Nino Strada e altri artisti, negli anni ‘30 allestì a Milano la sua prima mostra, recensita anche da Carlo Carrà. Nel 1934, grazie ad un soggiornò a Parigi studia le opere di Matisse, Géricault, Delacroix, Cézanne e i pittori dell'Ottocento esposti al Louvre. In particolare, l'influenza di Delacroix e delle sue battaglie è chiaramente constatabile nei dipinti di Sassu. Nel frattempo il suo impegno politico si infittì e, quando in Spagna scoppiò la Guerra civile, diventò un attivo antifascista che, accusato di complotto, venne rinchiuso nel carcere di Regina Coeli a Roma. Sono di questo periodo i disegni con soggetti mitologici e ritratti dei compagni di carcere.
Fu graziato nel luglio del 1938 ma solo nel 1941 poté nuovamente esporre. L'esposizione avvenne presso la "Bottega di Corrente". Pur partecipando a pieno a “Corrente", il periodico di opposizione culturale al regime, Sassu optò per una "personale", senza aderire alle mostre collettive degli artisti dell’epoca. Da anni dopo illustrò i "Promessi sposi” con cinquantotto acquerelli che presenterà solo nel 1983, nella casa Manzoni a Milano. Ritornato in Sardegna nel 50, trasse ispirazione dai paesaggi del luogo e ne dipinse le scene della vita contadina e marinaresca, quali le Tonnare; studiò i murales e i muralisti Diego Rivera e José Clemente Orozco, ma anche Van Gogh e Piero della Francesca. Nel '69, alla Biennale di Venezia, gli venne attribuito il primo premio del muro dipinto.
Negli anni allestì numerose mostre nel mondo, a Siviglia, in Germania, a Madrid, a Toronto, Montréal e Ottawa. Negli anni ‘80 espone a Palma di Maiorca, alla XI Quadriennale di Roma, alla Triennale di Milano e alla Casa del Mantegna a Mantova e Monaco di Baviera, nello stesso anno porta a compimento le 113 tavole sulla Divina Comedia. Nel 1992 partecipa in Sud America al progetto "Arte Italiana" nel mondo esponendo in varia città come San Paolo, Bogotà e Buenos Aires. Morì a Pollença il 17 luglio del 2000, all'età di 88 anni, proprio il giorno del suo compleanno.
Osservare le opere di Aligi Sassu significa entrare in un mondo di forme, colori e immagini che danzano davanti ai vostri occhi. L'artista vanta una straordinaria varietà linguistica che attraversa tutta la sua opera e riflette uno spirito innovativo instancabile. Attraverso il colore, Sassu crea dipinti e disegni ricchi di immagini e storie, oppure opere grafiche realizzate principalmente all'acquatinta o con tecniche litografiche e serigrafiche. Nell'opera grafica di Aligi Sassu, in particolare nelle sue litografie, è evidente la straordinaria varietà stilistica che caratterizza tutta la sua produzione artistica. Questa diversità riflette lo spirito innovativo dell'artista, sempre alla ricerca di nuove modalità espressive. Le litografie di Sassu si caratterizzano per la varietà cromatica e stilistica. Accanto a opere dai toni accesi e dalla pennellata energica, l'artista crea litografie dai colori tenui e delicati, con un segno morbido e sfumato. Anche la scelta dei soggetti è estremamente diversificata: si passa da scene bucoliche a ritratti intensi, da nature morte dai colori vivaci a cavalli dalla forte energia. Il tema del cavallo è centrale nell'opera di Aligi Sassu e ricorre in molte delle sue litografie. L'artista ha sempre manifestato una profonda ammirazione per questo nobile animale, considerandolo un simbolo di libertà, potenza e bellezza. Nei suoi lavori, Sassu rappresenta il cavallo in molteplici pose ed espressioni. Talvolta è raffigurato al galoppo, come simbolo di vitalità e vigore, in altri casi è ritratto in posizione statica, a testimoniare la sua imponente maestosità. Spesso i cavalli sono elementi di un racconto più ampio, all'interno di scene di vita agreste o di battaglia.
In alcune litografie, il cavallo è l'unico soggetto, ritratto a tutta figura al centro della composizione. È il caso di “Cavallo”, del 1964, dove l'animale emerge monumentale su uno sfondo quasi del tutto privo di dettagli. La potenza plastica della bestia è accentuata dal contrasto con il vuoto circostante. Le litografie di Aligi Sassu rappresentano un connubio perfetto tra parola e immagine. Attraverso questa tecnica di stampa, l'artista unisce la propria inclinazione per il disegno e la pittura con la passione per la poesia e la scrittura. Nelle sue litografie, Sassu combina abilmente figure e parole, immagini e testi, in un gioco di rimandi e corrispondenze che conferisce un carattere polisemico e aperto alle sue opere. Le parole, sapientemente disposte sulla pagina, interagiscono con le figure, ne amplificano il significato e, viceversa, acquistano ulteriore senso dal contesto figurativo in cui sono inserite.
Sassu sperimenta una varietà di stili e tecniche nelle sue litografie. Alcune opere presentano uno stile più scarno ed essenziale, dominato da campiture piatte di colore e da contorni netti. Altre sono caratterizzate da un segno più morbido e sfumato, ottenuto con la tecnica del lavis, che conferisce un senso di dinamismo e trasparenza. Inoltre, Sassu combina spesso la litografia con altre tecniche, come la serigrafia, creando opere polimateriche di grande interesse visivo. Le figure ricorrenti nei suoi fogli sono soprattutto animali e personaggi tratti dall'iconografia popolare e dall'immaginario poetico dell'artista.
Poetica di Sassu
Aligi Sassu è noto per la sua poetica pittorica caratterizzata da un forte senso di dinamismo e vitalità. Le opere di Sassu spesso ritraggono soggetti come cavalli, tori e figure umane in movimento, con colori vibranti e linee fluide che conferiscono un senso di energia e potenza. La sua opera è influenzata dall'espressionismo e dal futurismo e si distingue per la sua capacità di catturare l'essenza della forza vitale e della passione. La sua predilezione per i cavalli colorati è diventata un marchio distintivo del suo stile unico e riconoscibile.
Focus sui cavalli
I quadri di Aligi Sassu sono spesso riconoscibili per la rappresentazione pittorica dei cavalli. Il cavallo è un soggetto iconico e ricorrente nell'arte, associato a una vasta gamma di significati simbolici come forza, libertà, eleganza e potenza. Questi attributi potrebbero aver affascinato Sassu e avergli fornito un terreno fertile per esplorare il suo stile artistico unico.
Inoltre, la scelta di dipingere cavalli colorati potrebbe essere stata influenzata dalla sua ricerca di espressione emotiva e dinamica. I colori vivaci e i movimenti fluidi dei cavalli potrebbero avergli permesso di esplorare la sua poetica pittorica e trasmettere una sensazione di vitalità e energia attraverso le sue opere.
È possibile che Sassu abbia trovato ispirazione nella tradizione artistica italiana, che ha sempre mostrato un interesse per i cavalli come soggetto pittorico, sia nella pittura rinascimentale che in quella moderna. Questo potrebbe averlo spinto a esplorare ulteriormente il tema, contribuendo così a creare un suo stile distintivo.
Rapporto con i cavalli
Aligi Sassu ha avuto un rapporto profondo con i cavalli, sia come soggetto artistico che come fonte di ispirazione personale. I cavalli hanno svolto un ruolo significativo nella sua opera, rappresentando un simbolo di potenza, libertà e vitalità. La loro presenza nei suoi dipinti è stata spesso associata a un senso di dinamismo e movimento, caratteristiche che Sassu ha saputo catturare attraverso colori vibranti e linee fluide. Oltre alla loro importanza come soggetto artistico, i cavalli hanno avuto un impatto emotivo su Sassu. L'artista era affascinato dalla loro maestosità e dalla loro bellezza, e questo interesse si rifletteva nelle sue opere. Il cavallo diventava quindi un mezzo attraverso il quale esplorare le sue idee artistiche e trasmettere le sue emozioni.Inoltre, il rapporto di Sassu con i cavalli potrebbe essere stato influenzato dalle tradizioni culturali italiane, dove il cavallo ha avuto un ruolo significativo nella storia e nella cultura del paese. Questo potrebbe aver contribuito a creare un legame più profondo tra l'artista e il suo soggetto.In sintesi, il rapporto di Aligi Sassu con i cavalli è stato caratterizzato da una combinazione di fascino estetico, simbolismo e empatia personale, che si è riflesso nelle sue opere d'arte.
Sguardo più ampio di Sassu
Aligi Sassu non si è limitato solo a incisioni e acquaforti dedicate ai cavalli. Sebbene abbia affrontato questo tema in molte delle sue opere, ha sperimentato con una vasta gamma di tecniche e soggetti nel corso della sua carriera artistica. Sassu ha dipinto paesaggi industriali, ritratti, scene di vita quotidiana e ha anche realizzato sculture. La sua produzione artistica è stata estremamente variegata e ha abbracciato diversi generi e stili, dimostrando la sua versatilità e creatività come artista.
Aligi Sassu, pittore e scultore, nasce a Milano, il 17 luglio 1912. Il padre, legato da una forte rapporto d'amicizia a Carlo Carrà, lo introdusse intorno agli anni ‘20, in giovanissima età, all'Esposizione Nazionale Futurista presso la Galleria Moretti di Palazzo Cova, a cui parteciparono più grandi futuristi e le giovani leve. Qualche anno dopo, si trasferì con la famiglia in Sardegna e In quel periodo entrò in contatto per la prima volta con i cavalli, che...