Pittore palermitano con una lunga carriera, da bambino sente la vocazione di essere artista. Parallelamente ad altri studi universitari e lavoro, inizia da autodidatta a plasmare la sua ispirazione sulla tela per, poi già da adulto, frequentare alcuni corsi presso l'Accademia delle Belle Arti di Palermo che lo aiutano a perfezionare le tecniche pittoriche. Nonostante, la sua pittura non diventa accademica, la sua impronta personale e la sua essenza spiccano sempre e rimangono predominanti nelle sue opere.

L'artista si definisce un falso naïf. I colori accesi e vivaci esplodono nell'energico gioco di contrasti che compongono le sue opere, le quali, insieme alle figure, umane e della natura, inquadrate in una luce onirica, configurano alle scene un'atmosfera unica. Realizzati con la tecnica acrilica, che conferisce ai quadri di una maggiore immediatezza, sembrando quasi oggetti in movimento. Queste scene, piene di toni gioiosi e musicali, sembrano prese da un sogno in cui tutto può accadere, come nel caso delle stelle e della luna, che trovano il loro spazio nell'acqua e non nel cielo. 

Questi elementi di carattere più surreale si combinano con scene e oggetti identitari della vita siciliana, più specificamente palermitana, in cui l'artista trova la sua ispirazione principale, sia vegetazione, architettura e soprattutto tradizione. Nelle sue opere si evoca spesso l’opera dei pupi. Le sue composizioni a tratti ricordano le scenografie e i dipinti delle marionette. Include anche il cibo e i dolci tipici di Palermo e, in particolare, gli elementi del festino di Santa Rosalia. Trasforma le sue luminarie, la pittura dei carri, le grandi e colorate bancarelle e la figura della santa in elementi che sembrano fantastici, usciti da una fiaba, e che costellano queste scene di un luminoso e singolare realismo magico, dove spazio onirico e realtà diventano un tutt'uno, spiccando come esempio perfetto di ciò Banco di festino.

Un'altra grande protagonista è la natura. È abituale osservare la vegetazione raccolta nelle serre, in scene dove troviamo tutti i tipi di fiori, frutta, piante e arbusti da cui emana grande luminosità. In questa linea troviamo le sue nature morte, che si circondano spesso di un'aria mistica, con cieli e luci innaturali, e circondati da piccoli insetti, felini e conchiglie o altri elementi marini, che, insieme a cassetti socchiusi, come un enigma, suggeriscono un certo simbolismo e profondità nelle scene più intime e semplici come Serra e Cesto dolci siciliani. D'altra parte il rapporto con l'uomo e la natura è trattato direttamente in due delle sue ultime opere,  Uomo natura (da Arcimboldi) dove entrambi si integrano costruendo un unico essere, onorando il pittore manierista, e Senza Vergozia dove a modo di critica, in una scena tipica delle vacanze si riflette il maltrattamento che a volte riceve la natura, in questo caso il mare, per il godimento degli umani, sempre con un tono attuale e umoristico, rafforzato dall'aspetto delle sue figure umane quasi caricaturizzate.

Tutto questo immaginario a cui La Pàrola ricorre nelle sue opere mostra l'amore e il rispetto che prova per la natura e per la sua terra e i suoi costumi. Fa suo ciò che lo ispira, consolidando le sue radici, e lo rappresenta in questo modo così unico attraverso il filtro del ricordo e dell'illusione. Senza mai perdere il suo tocco più immaginario, ci fa sognare mentre ci rende consapevoli di ciò che ci circonda, del valore che ha, e attraverso i suoi occhi e con la magia che ricrea nel suo inconfondibile stile, lo apprezziamo di nuovo come la prima volta. 

written by Belen Villellas

Laureata in Storia dell’arte presso l’Università di Saragozza (Spagna) è amante dell’arte contemporanea in tutte le sue forme specie della scenografia cinematografica. Interessata alla cultura italiana ha studiato un anno all'università LUMSA di Roma attualmente collabora con il Centro d'arte Raffaello a Palermo.