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Identità, cultura e immaginazione


L'identità è percezione di sé. La consapevolezza di esistere come persona in relazione con altri individui, affinando la connessione tra individuo e società. La comprensione dell'altro avviene attraverso il legame esistente tra identità e cultura che implica le libertà di un individuo e contempla la diversità. Ne deriva che, proprio all'interno di una data una cultura, si costruisce l'identità, risultato di una storia personale che si intreccia in una trama di molteplici relazioni interpersonali, in una condivisione sociale che apre le porte al dialogo tra noi e l'altro. Durante questa trasmissione, che porta alla formazione di sé, il ruolo dell'immaginazione è sempre stato fondamentale. Immaginare ci permette di pensare: situazioni diverse da quelle in cui viviamo, concezioni di vite in luoghi differenti da quelli nei quali si cresce, attribuzione di volti e immagini a persone lontane e sconosciute.

Come curatore della collettiva che ha come titolo “Identità – connessione singolare” ho proprio giocato con l'immaginazione e i quadri moderni astrratti per cercare una connessione tra otto diverse personalità artistiche così spiccate: Ivo Cirasa, Giuseppe Daddato, Eoghan Dunne, Francesco Gabriele, Ileana Milazzo, Dario Schelfi, Nicolhas Stedman e Ziganoi. Mi sono lasciato andare esplorando le diverse tecniche, i diversi colori, i diversi messaggi veicolati da ognuno di loro, per riuscire al meglio a rintracciare quel filo rosso che li accomuna. 

Otto artisti provenienti da luoghi diversi, ciascuno con la propria valigia fatta di esperienze, ricordi, emozioni che emergono nelle loro espressioni artistiche. In questa espressione di diversità, ho voluto, in un certo senso, offrire al fruitore il biglietto virtuale per un viaggio intorno a questi mondi, portando con sé il proprio bagaglio culturale, in una collettiva dove l’opera d'arte funge da specchio in cui riconoscersi e ritrovarsi, o più semplicemente, re-immaginarsi, interconnettendo pensieri, memorie, valori, in un tragitto legato all'arte.

Grazie a questa collettiva, “Identità – connessione singolare”, riusciamo a rintracciare quella verità individuale, attraverso le diverse connessioni, cogliendone differenze e assonanze. Il segno pittorico diviene documento e memoria di ognuno degli artisti esposti, capace di istaurare un dialogo unico e privato con chi li osserva. In questa chiave di lettura si cela il messaggio che ho voluto affidare a tutta l'esposizione: l'arte ha potere unificatore e liberatorio anche nella diversità d'identità. 

Non ho fatto altro che “connettere” e interpretare la filosofia del Centro d'arte Raffaello, che già da tempo, si orienta verso l'incontro tra vari artisti in un lavoro fatto di scambio, incontro e nuove sinergie che coinvolge, come parte attiva, anche il pubblico e le istituzioni che lavorano nel territorio e non solo. 

Infine, citando Shelley, niente è più emozionante di“identificarsi con il bello che esiste in altri pensieri, azioni, persone” scatenando quella forza potente che ci attrae verso tutto quello che non concepiamo, o teniamo fuori da noi stessi, o in una diversa cultura, cercando senza sosta, una assonanza con quello che proviamo dentro di noi, connettendoci all'altro per tendere ad un sistema di unicità umana.

written by Giuseppe Intravaia 
Appassionato d'arte, cinema e moda sta conseguendo la laurea in didattica dell'arte presso l'Accademia di Belle Arti di Palermo e si occupa di curatela di mostre, in quanto, per lui, “comunicare arte è un'urgenza!”.

 

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